La psicologia fai da te non è un bene per nessuno. Pare infatti che una simile cosa possa portare non solo molto stress ma anche un accenno di depressione. Anzi in un certo qual modo può diventare una droga, e se la droga o l’alcool portano dipendenza, la dipendenza proverrà anche dal fai da te. Diciamo pure che l’informazione oggi non aiuta.

Le persone tendono a raccogliere notizie, come giusto che sia, a capire se hanno un problema e come affrontarlo. Tuttavia si tratta di un terreno delicato, quello dell’ambito psicologico, il che inevitabilmente porta all’esigenza di doversi rivolgere a qualcuno che ne sa molto più di un libro o di un articolo sul web. Ad esempio rivolgersi a psicologi come quelli reperibili su https://www.lopsicologoonline.it/psicologo-padova-psicoterapeuta/ può essere una scelta saggia, anziché tentare invano di risolvere un qualunque problema da sé.

Perché curarsi da solo diventa una droga?

Dato il preambolo appena fatto, viene automaticamente da pensare che provare a curarsi da solo crea una dipendenza tale da non riuscire più a farne a meno. Complice di questa mania, chiamiamola così, sono le librerie piene di mensole con manuali che cercano di trasmetterci metodi infallibili per risolvere problemi da soli. Di certo poi l’avvento di internet non ha aiutato, proprio perché il web è ricco di informazioni di qualunque genere.

Sotto questo punto di vista è scattato l’allarmedi SvendBrinkmann, dell’Università di Aalborg, città della Danimarca, che per scongiurare questa mania ha proprio scritto un libro che invita a non intentare pratiche di auto aiuto.

Brinkmannha spiegato che viviamo in una società in cui la cultura invita sempre all’informazione e al miglioramento, senza pensare a quanto davvero si è in gamba. Un tale atteggiamento anziché ottimizzare la vita di ognuno di noi porta dentro chiunque un malessere che può tramutarsi in depressione. Una sensazione cioè di inadeguatezza rispetto alle aspettative che la persona stessa si pone. La società ci invita a stare al passo coi tempi, ma se questi passi si fanno troppo velocemente, l’uomo non migliora ma si chiude in se stesso.

L’auto aiuto illude: qual è la scelta migliore

Stando a ciò che racconta Brinkmann, questo problema dell’auto aiuto porta l’illusione di poter raggiungere la felicità e il successo in poco tempo. In vero però nessuno è in grado di saltare dei passaggi per raggiungere gli obiettivi ad uno schiocco di dita. Quasi come l’essere infelice ce lo creassimo da soli, e la colpa fosse solo esclusivamente la nostra. Come può tutto questo essere d’aiuto?

Se si compra un libro motivatore, secondo la ricerca, vuol dire intrufolarsi in una situazione tale da cui poi non si esce facilmente. E così, dopo il primo libro, inevitabilmente cercheremo il secondo, e poi ancora il terzo, il quarto e così via. L’illusione di migliorare in questo modo va combattuta, perché davanti al problema non c’è nulla di male a rivolgersi a professionisti o esperti. Sarebbe quindi di gran lunga maggiormente produttivo dedicarsi alla lettura di un romanzo o a vedere un film, per un riscontro molto più verosimile della realtà, piuttosto che affidarsi a dei vademecum, che in vero sono tutti fallaci. Il consiglio è quello di imparare ad accettare i propri limiti per apprezzare di più la propria vita.