Alcuni fogli colorati e immagini diverse

Farsi leggere i tarocchi può essere un momento di sospensione, di ascolto, di contatto con una parte profonda del sé. Lo si può affrontare con fede o con semplice curiosità, ma è bene arrivarci con qualche consapevolezza in più.

Perché una lettura ben condotta, anche se non la si prende alla lettera, puó risvegliare domande, intuizioni, movimenti interiori che possono lasciare traccia.

Ecco allora sei consigli essenziali per chi si avvicina ai tarocchi, che siate neofiti o visitatori abituali del mondo simbolico delle carte.

1. Aprite la porta, ma lasciate l’armatura fuori

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Non serve credere nei tarocchi per riceverne qualcosa, basta lasciare spazio. Chi entra in una lettura con l’intenzione di “smascherare” chi legge, o con un atteggiamento di derisione, si chiude da solo la possibilità di cogliere i segnali che emergono.

Le carte non impongono alcuna verità assoluta, ma suggeriscono delle direzioni e per riceverle è necessario essere ricettivi, anche solo per il tempo della seduta.

Mantenere una postura mentale aperta non significa farsi convincere, ma concedersi il lusso di ascoltare qualcosa che esula dai consueti canali razionali.

2. Scegliete la persona giusta (non solo il mazzo)

Non tutti leggono i tarocchi nello stesso modo, e non tutti lo fanno con la stessa intenzione. Alcuni si concentrano sull’aspetto intuitivo, altri sono più analitici e psicologici, altri ancora danno alla lettura una connotazione più rituale o spirituale. L’importante è trovare qualcuno con cui sentite una risonanza autentica.

Ad esempio, su Giupiter.com potete trovare Cartomanti esperti, e scegliere facilmente la persona con la quale sentite una risonanza maggiore per farvi leggere le carte dei tarocchi in modo sicuro e direttamente online in videochiamata.

Una lettura funziona anche – e soprattutto – se vi sentite accolti, ascoltati, rispettati.

3. Non chiedete il futuro: chiedete chiarezza

La domanda è l’anima della lettura: evitate quelle chiuse, come “Incontrerò l’amore?” o “Avrò quel lavoro?”, e provate invece a scavare più a fondo: “Quali sono le dinamiche che mi impediscono di aprirmi a una relazione?”, “Come posso prepararmi al meglio per questo cambiamento professionale?”. Le carte parlano in simboli, e i simboli si nutrono di contesto. Più sarete trasparenti nel condividere i vostri interrogativi, più la lettura potrà restituirvi spunti utili.

4. Accogliete anche ciò che non volete sentire

Non tutte le carte hanno un aspetto rassicurante. Alcune possono disturbare, inquietare, perfino far paura. Ma i tarocchi non sono strumenti di condanna: sono specchi.

Quando emergono figure come la Torre, il Diavolo o la Morte, non indicano necessariamente disastri imminenti, bensì trasformazioni in atto, attaccamenti da lasciare andare, verità da affrontare.

Anziché allarmarvi, dovete cercare di capire quale parte della vostra vita queste carte stanno simbolicamente toccando. Dietro a ogni immagine difficile si cela spesso un’opportunità di cambiamento.

5. Partecipate: la lettura è un dialogo, non un oracolo

Una lettura di tarocchi efficace non è una performance da ascoltare in silenzio. È un’interazione. Portate le vostre domande, ma anche le vostre reazioni, i dubbi, le intuizioni che nascono strada facendo. Più partecipate attivamente, più la lettura si arricchisce. Non si tratta di influenzare il risultato, ma di creare un flusso di comprensione reciproca tra voi e chi vi legge. Le carte parlano a chi sa porre le giuste domande. E chi legge non è lì per dare sentenze, ma per accompagnarvi nell’interpretazione.

6. I tarocchi non decidono per voi

Non uscite da una lettura con l’idea che le carte vi abbiano detto cosa fare. I tarocchi non danno ordini. Vi mostrano strade, possibilità, tensioni interiori, ma la responsabilità resta vostra. Anche la carta più “positiva” non garantisce l’esito. Anche la più cupa non decreta una condanna. In mezzo ci siete voi, con le vostre scelte, il vostro vissuto, la vostra capacità di agire. Prendete ciò che vi risuona e lasciate il resto. I tarocchi non sono un verdetto. Sono una mappa: non vi dicono dove andrete, ma vi aiutano a vedere dove siete, e da dove potreste partire.

Farsi leggere i tarocchi non significa affidarsi al destino, ma concedersi uno spazio per ascoltare – in modo simbolico e profondo – le domande che già si agitano dentro di noi. Chi sa usare le carte non vi svelerà misteri universali, ma potrebbe aiutarvi a riconoscere meglio ciò che già sapete, ma non avete ancora osato formulare.

E se anche non foste pronti a crederci, vale comunque la pena farvi attraversare dall’esperienza.