Cultura finanziaria

Un tema storicamente centrale nelle famiglie italiane, è quello del risparmio e, soprattutto, come far fruttare i soldi accumulati. Disporre di un capitale e farlo rendere, quindi, è una tematica che non può definirsi secondaria nella vita delle persone, anche se i risparmiatori italiani, mediamente, non dispongono di un’adeguata cultura finanziaria.

Anche la CONSOB, in una recente indagine, ha palesato come  il livello culturale finanziario nel nostro paese sia basso, decisamente inferiore rispetto alla maggior parte degli altri stati membri dell’Unione Europea: anche alcuni strumenti basici di natura bancaria, ad esempio, risultano sconosciuti a molti, che non ne colgono il significato e l’utilità.

Cultura finanziaria, tallone d’Achille storico del popolo italiano

Poco più di un decennio fa, anche l’OCSE ha posto l’accento su questa lacuna tipicamente italica, ma i risultati, nonostante alcuni sforzi da parte delle istituzioni finanziarie italiane, sono stati scadenti.

Secondo l’OCSE, per cultura finanziaria si intendono “le abilità e la fiducia nei propri mezzi necessarie ad acquisire maggiore consapevolezza delle opportunità e dei rischi finanziari, a fare scelte informate, a sapere dove rivolgersi per assistenza e a prendere altre iniziative efficaci per migliorare il loro benessere finanziario”. Un concetto, oggettivamente, che non è stato pienamente acquisito da buona parte degli utenti italiani e ai quali andrebbe posto immediato rimedio.

La diffusione capillare del web, in tal senso, ha favorito un incremento della conoscenze finanziarie anche da parte di quei soggetti che, per un percorso di studi non attinente a questa sfera, non hanno mai avuto troppa dimestichezza con questo mondo. Disporre di una sufficiente cultura finanziaria, però, richiede uno sforzo maggiore da parte di tutte le componenti: risparmiatori, istituzioni finanziarie, intermediari finanziari e, non per ultime, istituzioni della pubblica istruzione.

I dati riguardanti il livello di cultura finanziaria degli italiani, d’altronde, esplicano chiaramente come il problema sia lungi dall’essere risolto: solo il 66% degli italiani è in grado di leggere e comprendere adeguatamente un estratto conto, l’operazione più semplice attinente alla sfera bancaria e del risparmio; il 33% è a conoscenza dei differenti rischi fra azioni e obbligazioni; il 40% comprende sufficientemente il significato di una parola chiave come “inflazione” e della correlazione diretta tra “rischio e rendimento”, concetti basici in ambito finanziario; il 45% comprende appieno l’importanza della diversificazione dei propri investimenti.

Educare i giovani al risparmio, grazie alle nuove tecnologie è possibile

Statistiche indubbiamente preoccupanti, che diventano allarmanti se confrontate con quelle degli altri paesi dell’area €uro: l’Italia è al terzultimo posto per il livello culturale finanziario dei propri abitanti – lasciandosi alle spalle solo Cipro e Portogallo – con un modesto 37% di cittadini che dispongono di una sufficiente preparazione. Un dato che da allarmante diventa drammatico, qualora il confronto fosse posto in essere con i paesi europei maggiormente sviluppati: l’Olanda, prima in questa speciale classifica, presenta un ragguardevole 66% di cittadini dotati di sufficiente cultura finanziaria, seguita da Germania (65%) e Finlandia (63%); la Francia, invece, si piazza al nono posto (52%), precedendo di una posizione la Spagna (49%). Uscendo dai confini della moneta unica europea, brilla la Gran Bretagna (67%), mentre gli Stati Uniti si attestano al 52%.

Il vero tema principale, di conseguenza, è come poter migliorare la preparazione finanziaria degli italiani, che deve inevitabilmente passare da un insegnamento, perlomeno basico, delle discipline economiche-finanziarie nell’ultimo biennio delle scuole elementari e nel triennio delle medie inferiori, prima che lo studente scelga quale percorso di studio intraprendere nelle scuole medie superiori. Un modo per avvicinare i giovani al mondo economico-finanziario, però, arriva anche dall’avanzata impetuosa delle nuove tecnologie.

Risparmiare con le app, lo spiega quest’articolo, è possibile e non fa altro che avvicinare i giovani al mondo finanziario, da molti ritenuto, spesso non a torto, antiquato e non al passo coi tempi. Educare i giovani al mondo finanziario, nonostante non sia una tematica di facile presa a livello elettorale, dovrebbe essere fra i principali obiettivi delle istituzioni e dei rappresentati dello Stato, ma in Italia, nonostante gli allarmanti dati sopraelencati, non viene percepita come una impellente necessità.