tassi

Quando si decide di ricorrere al mondo dei prestiti, il primo elemento che tenuto in considerazione dai consumatori è ovviamente il tasso d’interesse applicato, ovvero l’onere da dover riconoscere all’ente erogante. I tassi di riferimento presi che valutano i consumatori sono essenzialmente due: il TAN (tasso annuo effettivo) e il TAEG (tasso annuo effettivo globale).

Il TAN non è altro che il tasso puro applicato al finanziamento, che non tiene in considerazione i costi accessori connessi al finanziamento, come quelle di “incasso rata”, i costi relativi alla “istruttoria della pratica” e gli eventuali oneri sostenuti per sottoscrivere la polizza assicurativa a copertura del finanziamento. Il TAEG, invece, li include tutti i costi ed è quello, conseguentemente, più efficace per stabilire l’effettiva onerosità di un prestito.

Tasso usura: di cosa stiamo parlando?

Quando si sottoscrive un prestito, tuttavia, bisogna verificare che il proponente applichi un interesse che non superi la soglia del cosiddetto “tasso usura”. Qualora fosse sorpassato, infatti, gli istituti di credito/finanziarie infrangono quanto previsto dal legislatore e sono condannati – in base a quanto sancito da una legge del 1996 – a risarcire i clienti.

Si parla di “usura bancaria” quando il tasso applicato sommato a tutti gli altri capitoli di costo del finanziamento risulta maggiore rispetto al “tasso usura” previsto dalla legge, costantemente aggiornato dagli organi preposti ogni tre mesi per ogni singola tipologia di finanziamento (mutui, prestiti, carte revolving, fidi bancari e scoperti di conto corrente).

Svariate sentenze della Corte di Cassazione, inoltre, hanno stabilito con esattezza quando un tasso applicato ad un finanziamento può essere considerato usuraio. Nel calcolo vengono compresi anche gli interessi di mora; inoltre, i tassi possono essere considerati fuorilegge anche durante un rapporto di finanziamento e non solo nell’istante in cui vengono pattuiti tra l’ente creditizio e contraente.

Per quanto riguarda gli interessi di mora, la sentenza della Corte di Cassazione fornisce ulteriori chiarimenti: il tasso da riconoscere alla banca qualora non riuscisse ad onorare una o più rate presenti nel contratto del finanziamento, l’onere della mora debba essere superiore al massimo di due punti percentuali.

TEGM, il parametro più attendibile per stabilire se si tratta di un prestito usuraio

Il tema dell’usura bancaria, d’altro canto, è stato spesso al centro dell’attenzione dal punto di vista mediatico. Anche l’esperto Marco Germanò, in alcune interviste, ha spiegato come sia possibile riconoscere un tasso estremamente alto e poco conforme alle norme vigenti, rendendo di facile comprensione le leggi emanate dallo Stato e le successive sentenze della Corte di Cassazione.

È importante essere a conoscenza, ad esempio, bene sapere che il superamento del tasso di usura si contempla quando il TAEG del finanziamento risulta superiore rispetto al TEGM (Tasso Effettivo Globale Medio). Quest’ultimo indice viene rilevato, trimestralmente, dalla Banca d’Italia su precisa indicazione del Ministero dell’Economia e delle Finanze e rappresenta il valore medio del tasso d’interesse applicato dagli istituti di credito nei finanziamenti concessi ai propri clienti.

Qualora, però, si fosse sottoscritto un finanziamento con un TEGM oltre a quello disciplinato dal legislatore, nulla è perduto. È possibile, infatti, rivalersi nei confronti dell’ente finanziario erogando, citando in giudizio lo stesso al fine di ottenere un risarcimento di un importo pari a quello ingiustamente pagato.

Grazie a questi utili consigli, quindi, è possibile scegliere un finanziamento che rispetti tutti i crismi previsti dalla legge, evitando di incorrere in quelli che non rispettano quanto disciplinato dal legislatore. Qualora si incappasse in un prestito “usuraio”, il consumatore si può rivolgersi all’Arbitro bancario e finanziario e, in ultima istanza, all’autorità giudiziaria.