All’ombra del Colosseo serpeggia la nostalgia per i negozi di quartiere, considerati, da sempre, preziosi presidi di socialità e sicurezza nelle varie zone della Città Eterna e non solo. A portare alla luce questa situazione ci ha pensato un recente sondaggio condotto da Confcommercio e Censis.
Questa indagine ha portato alla luce un quadro generale che vede i cittadini della Capitale, prossimi ad accogliere i milioni di turisti previsti per il Giubileo, non vedere bene la continua chiusura dei negozi di quartiere, realtà a Roma e in diverse altre città d’Italia per fattori che comprendono il boom del web e non solo.
Altrettanto male è considerata l’apertura continua di B&B e di negozi a vocazione prettamente turistica (se stai pensando di aprirne uno, iniziare dando un’occhiata alla lista di immobili commerciali in vendita a Roma presente su Immobili Ovunque, portale dove sono presenti solo annunci pubblicati da agenti immobiliari referenziati in città).
I dettagli dell’indagine
L’indagine in questione, effettuata in occasione dei primi 80 anni di Confcommercio Roma, si è focalizzata in particolare su quello che è stato definito “ultimo miglio”, ossia lo step finale delle filiere, quando il prodotto arriva finalmente nelle mani dell’acquirente.
Reclutando un campione di 1000 persone, tutte di età superiore ai 18 anni e residenti in diverse zone della Capitale e ad Ostia, è stato possibile scoprire come, nel 60% dei casi, la zona in cui si abita venga considerata una sorta di spazio familiare (a dare questa risposta sono stati soprattutto i residenti a Roma sud).
Il legame con il proprio quartiere è molto forte anche in altre aree della Città Eterna (nel caso del centro, il 57,5% di chi vi abita considera le vie come luoghi familiari).
Entrando nel vivo del rapporto con il tessuto urbano, il 49% degli intervistati ha definito come “inevitabile” la continua chiusura dei negozi di quartiere.
Il 51% del campione vede questa tendenza come un fattore di impoverimento per le relazioni sociali.
Nostalgia per la rete sociale di zona
I cittadini romani provano nostalgia per quelle che, a ragione, possono essere definite come delle vere e proprie reti sociali che nascono attorno ai negozi di quartiere e grazie a questi preziosi presidi.
Questo sentiment è diffuso a prescindere dall’area della città in cui vivono i soggetti inclusi nel campione.
Altrettanto trasversale è l’insofferenza che gli abitanti della Capitale provano verso la continua crescita dei fenomeni della movida selvaggia e dell’apertura dei b&b e delle strutture dedicate agli affitti a breve termine.
Se proprio si deve trovare una prevalenza di questo sentiment, si deve guardare alla situazione di Roma nord, i cui abitanti, secondo il sondaggio Censis-Confcommercio Roma, sono particolarmente intolleranti verso il degenero della movida.
Il centro della Città Eterna, invece, è il luogo dove si guarda con gli occhi meno favorevoli l’incremento degli affitti brevi, che stanno, ormai da anni, riducendo i numeri degli immobili destinati alle locazioni a medio e lungo termine.
A essere considerato poco gradevole è il fatto di dover vivere, per la maggior parte dell’anno, con accanto degli sconosciuti.
I risultati dell’indagine sono stati commentati dal Direttore di Confcommercio Roma Romolo Guasco, che ha sottolineato come questo generale desiderio di prossimità e coesione sociale rappresenti un’importante spinta per continuare a lavorare sul supporto ai negozi di vicinato.
Ha altresì sottolineato come Confcommercio Roma supporti il pluralismo commerciale, che considera necessaria, di riflesso, anche la filiera distributiva online.
Ad oggi, a suo dire, c’è forte bisogno di concretizzare un riequilibrio sia a favore dei negozi di quartiere, sia venendo incontro alle esigenze di chi, aprendo nuovi esercizi, si trova ad affrontare una burocrazia estremamente farraginosa e con numerosi ostacoli riguardanti in particolare la questione degli affitti.
















