Torino, segnali positivi dall'immobiliare

Segnali positivi dal mercato immobiliare di Torino. Per gli addetti ai lavori le parole che meglio descrivono l’andamento del settore nell’arco dell’ultimo anno sono: vitalità e ottimismo.

Il 2017 del mercato immobiliare a Torino

Quali numeri descrivono meglio l’andamento del comparto immobiliare nel capoluogo piemontese? Partiamo dalle compravendite.

Nel corso dei passati dodici mesi sono state ben 12.940, un dato in crescita rispetto al 2016 del 4,9 per cento. Crescono anche le compravendite nella provincia del capoluogo, con un incremento anno su anno del 3,8 per cento e un numero assoluto che tocca quota 15.752.

Continua la discesa dei prezzi delle case, che nel 2017 perdono ancora un 1,9 per cento. È possibile prevedere, quindi, che a breve sul territorio si assisterà a un bel po’ di movimento, numerosi i traslochi in vista.

Un aiuto dal web

E proprio per chi si appresta a traslocare una bella novità arriva dal web.

Oggi, infatti, grazie a portali come Giffi Noleggi, è possibile avvalersi di servizi come il noleggio piattaforme aeree a Torino con un semplice click.

Un’idea economica e utile per godere della funzionalità delle migliori strumentazioni e semplificare il trasporto di mobili o divani dai piani alti, soprattutto per chi abita in condomini senza ascensori e magari ha cambiato casa proprio per questa ragione.

Si trona a comprare casa

A certificare la ripresa del mercato sono i dati diffusi dall’Osservatorio Immobiliare 2017, condotto da Fiaip Torino e risultano coerenti anche con il Borsino immobiliare diffuso da Fimaa.

Per il numero uno della Fiaip Torino, Aurelio Amerio: “Siamo in una fase in cui c’è stato un rallentamento nella discesa dei prezzi.

È un momento in cui è relativamente facile un’operazione di vendita e poi di acquisto di un nuovo appartamento perché i costi sono discretamente equilibrati e proprio sull’andamento dei prezzi c’è ottimismo per la fine del 2018 e l’inizio del 2019”.

Dove si compra

La geografia delle vendite, analizzata quartiere per quartiere, riflette una spaccatura.

Si compra di più al centro e nelle zone più vicine ai servizi. Sono queste che si riprendono più in fretta. Arrancano, invece, le zone più periferiche.

Cambia anche la domanda, definendo dinamiche nuove, come la situazione che fa registrare il quartiere Crocetta, in flessione del 3,5 per cento. Per Amerio: “Il quartiere, che comunque è sempre appetibile, ha una tipologia abitativa che si distacca un po’ dalla domanda più frequente.

Nel senso che ci sono dei bei palazzi con alloggi di dimensioni grandi e vendere un alloggio molto grande è più difficile. Inoltre ci sono case classificate come alloggi di lusso che non hanno accesso alle agevolazioni fiscali.

Poi, anche se ben tenuti, gli appartamenti hanno 30-40 anni quindi sono da ristrutturare. Infine non ci sono incentivi particolari come la metro che invece sta trainando l’asse di corso Francia.

Questa zona, pur essendo meno elegante, ha avuto più richieste”.

Il ruolo della riqualificazione urbana

A contribuire alla ripresa del comparto è stata, senza dubbio, la riqualificazione urbana.

Le zone che hanno investito in tal senso, infatti, sono riuscite a riprendersi in tempi più rapidi dalle difficoltà. La riqualificazione urbana, infatti, ha più volte dimostrato di saper giocare un ruolo determinante anche per quanto riguarda la valorizzazione degli immobili.

Maria Luisa Coppa, numero uno dell’Ascom, spiega: “Da sempre il commercio e l’immobiliare rappresentano due sensibili cartine di tornasole per la nostra economia.

Analizzando i dati macro-economici ci si accorge che le prime avvisaglie delle difficoltà degli ultimi dieci anni, così come i dati che dal 2014 ci segnalano che il vento sta lentamente cambiando, provengono proprio da questi due comparti di riferimento”.